Italicum incostituzionale?

Italicum alla valutazione della Corte Costituzionale.

Le critiche giuridiche mosse all’Italicum dal Coordinamento democrazia costituzionale, oggi, hanno ottenuto un primo riconoscimento giudiziario. Il Tribunale di Messina ha rinviato alla Corte Costituzionale la nuova legge elettorale per 6 dei 13 motivi di incostituzionalità proposti dai ricorrenti. L’Italicum era stata impugnata con una serie di atti analoghi, depositati in contemporanea, fra l’altro anche nelle sedi di Roma, Milano, Napoli, Venezia, Firenze, Genova, Catania, Torino, Bari, Trieste e Perugia.

Il giudice di Messina ha deciso di rinviare l’Italicum alla Corte Costituzionale, in particolare, per la questione del premio di maggioranza e della soglia minima. Nell’ordine i dubbi di costituzionalità riguardano: il “vulnus al principio di rappresentanza territoriale”; il “vulnus al principio di rappresentanza democratico”, punto connesso col premio maggioranza; la “mancanza di soglia minima per accedere al ballottaggio”; la “impossibilità di scegliere direttamente e liberamente i deputati”, questione legata ai capilista; le “irragionevoli soglie di accesso al Senato residuate dal Porcellum”; la “irragionevole applicazione della nuova normativa limitata solo alla Camera dei Deputati, a Costituzione invariata”, e non al Senato.

L’Italicum è stato approvato dal Parlamento il 4 maggio scorso e la sua entrata in vigore è prevista per luglio 2016. Il ricorso presentato a Messina è uno dei 18 depositati presso diversi tribunali italiani. Un’iniziativa nata nell’ ambito del Coordinamento democrazia costituzionale, in cui si è costituito un gruppo di avvocati anti-Italicum coordinati dall’ avvocato Felice Besostri, già protagonista della battaglia contro il Porcellum, poi dichiarato incostituzionale dalla Consulta. A curare il ricorso presentato a Messina, l’avvocato e vice-coordinatore del pool, Enzo Palumbo.

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